Ritorna Roberto Uggeri, amato dj di RTL 102.5, con le sue raffinate recensioni ed il suo stile coinvolgente. Oggi è la musica la protagonista, i Pink Floyd ed il loro nuovo lavoro “Endless River”
Endless River – Pink Floyd
Gira sulla mia autoradio da stamattina.
Un ascolto prolungato e ripetitivo. Per acquisire e lasciar sedimentare. Per cogliere sin nelle pieghe più remote il senso esatto e la portata dell’opera. Del resto un disco atteso da vent’anni non può che avere il sapore dell’evento. Endless River dei Pink Floyd o quel che ne resta, ha il passo delle grandi suite strumentali e orchestrali del rock.
L’opera si divide in quattro parti, come nella migliore tradizione del progressive anni ’70.
Introspettiva, minimalista, quasi esistenziale. Certamente non facile, con uno sguardo rivolto al passato e un piede ben piantato nell’ultimo periodo della band che tanto fu criticato dai puristi.
Il suono è delicato, senza ostentare. La qualità purissima, senza indugiare in inutili orpelli.
I testi mancano, soprattutto ai primissimi ascolti. Ma poco a poco ci si ambienta. Come in un viaggio, anzi, meglio, come in un volo! Del resto è così che ci hanno abituato i Pink Floyd, sia che la mente creativa fosse quella di Barrett, Waters o Gilmour.
Solo più lisergico e psichedelico il primo periodo. Sognante poi cupo lo sviluppo negli anni a seguire. Ora il ciclo evolutivo è compiuto: non importa chi scriva, suoni o canti. La firma dei Pink Floyd è un tratto unico. Scolpito nella storia con mano ferma, indelebile e inimitabile. Come quello di Dante, Leonardo, Mozart e Chaplin.