In seguito alla pubblicazione dei nuovi dati di ascolto della radio, tutti abbiamo riscontrato un calo generale, per la precisione -2.400.000 rispetto all’anno scorso.
Il motivo secondo noi risiede nell’appiattimento voluto dagli editori a causa della mancanza di coraggio nell’osare.
Fuori da questa analisi alcuni programmi (e non radio nella loro interezza) che devono tutto alla forte personalità dei loro protagonisti.
Diciamolo chiaramente, la musica è la stessa su tutte le frequenze; le notizie che le redazioni forniscono ai conduttori per “riempire” i 60 secondi ad intervento rasentano livelli di banalità imbarazzanti.
Questi solo alcuni dei problemi che affliggono la radio italiana ma non dimentichiamo che i metodi di rilevazione dell’ascolto sono quanto meno obsoleti; non basta più la semplice intervista telefonica.
Speriamo che qualcosa cambi, che qualcuno si svegli.
Buona radio.