Giovedì 18 settembre nel corso della trasmissione “Live” condotta da Jossie Donatiello e in onda dalle 17.00 alle 19.00 sarà ospite Claudia Endrigo figlia del compianto grande cantautore Sergio per presentare l’album di inediti SERGIO ENDRIGO canta i GRANDI POETI AMERICANI.

A nove anni dalla scomparsa del grande Artista e ad oltre 35 anni dalla incisione di questi inediti, l’etichetta Concertone srl, pubblica per la prima volta un CD contenente 7 poesie scritte da poeti internazionali che il cantautore canta in inglese, versi che amava e che ha musicato negli anni ‘70, gioielli rimasti sin’ora in un cassetto. Il master è stato restaurato con cura e sebbene l’incisione fosse poco più di un provino la voce di Endrigo ha il calore e l’intensità che lo hanno reso famoso nel mondo e il gruppo che lo accompagnava era formato da musicisti di alto livello (… si riconosce il pianoforte di Luis Bacalov). Le poesie-canzone contenute in questa piccola raccolta sono: The Morns are Meeker than they Were (Emily Dickinson), The Dark Hills (Edwin A Robinson), Welcome (Walt Whitman), To a golden Haired Girl (Vachel Lindsay), There Was a Man with a Tongue of Wood (Stephen Crane), For no Clear Reason* (Robert Creeley), Richard Cory (Edwin A Robinson).

Endrigo, poeta cantautore, raccontava così il suo progetto :

“Credo di essermi innamorato della Poesia da quando ho incominciato a leggere e scrivere. Certo, erano solo filastrocche infantili, ma mi sembravano più realistiche e pratiche dell’aritmetica.
Ricorda che la poesia non passa mai di moda, può restare rinchiusa in un libro disperso, in una biblioteca per secoli e poi uscirne trionfante. Borges ha detto che quando vediamo una pagina scritta in versi, ci aspetta un’emozione, non è sempre così, ma quasi sempre si. Nella mia lunga storia di cantante e compositore ho musicato poche poesie: Pasolini (Il soldato di Napoleone) nel ’62 (quando il rapporto tra poesia e canzone popolare in Italia non esisteva), Paul Fort, Josè Martì e ho cantato uno splendido lied di Rafael Alberti. 
Dopo tanta poesia italiana, francese e ispano-americana, alla fine degli anni ’60 ho scoperto la poesia americana, soprattutto gli allora giovani Corso, Ferlinghetti e Ginsberg.
Cercando tra le antologie pubblicate in Italia mi venne voglia di musicarne qualcuna perché vi scoprivo una musica interiore. Fu una ricerca e un divertimento. E inconsciamente mi sembra di aver messo in musica, attraverso quei poeti, quasi una storia. Una storia americana. Si comincia dalla grazie e l’eleganza di Emily Dickinson, si va all’entusiasmo lirico di Walt Whitman (Welcome), si passa attraverso una stupenda poesia d’amore di Vachel Lindsay ad una preghiera d’acciaio di Carl Sandburg, alla crisi del ’29 di Edwin Arlington (Richard Cory) alla speranza di pace di Robert Creeley, al problema razziale di Waring Cuney, fino all’invettiva di Ginsberg e alla disperazione di Ferlinghetti. 

Queste canzoni (chiamiamole così) hanno vent’anni. Come ti ho detto la poesia non ha tempo. La musica…sta al giudizio di tutti. Questo è quanto”.

L’intervista sarà un’occasione per conoscere meglio uno dei più importanti cantautori della storia della musica italiana. Un appuntamento da non perdere.